“Due di noi”. La recensione della prima del 12 marzo 2013.
In scena al Teatro Quirino fino al 24 marzo.
All’uscita del teatro diversi spettatori si allontanano proponendo la particolare risata di circostanza che il personaggio di Emilio Solfrizzi rivolge agli ospiti nell’ultimo episodio di “Due di noi”. Il testo cult di Michael Frayn, portato in scena al Teatro Quirino di Roma fino al 24 marzo 2013.
La rappresentazione, con la regia di Leo Buscato, si basa tutta sulla verve dei due attori – Emilio Solfrizzi per l’appunto, e Lunetta Savino – che sanno caratterizzare i loro personaggi con intensa vis comica.
Una commedia in tre episodi che si dipanano uno dietro l’altro, senza pausa. Nel primo Solfrizzi e Savino interpretano una coppia sull’orlo di una crisi di nervi, in una vacanza tormentata dal neonato che frigna senza sosta. Della serie: chi l’ha detto che la paternità e la maternità sono bellissime?
Il secondo racconto è quello di una coppia scoppiata, lui totalmente assente, lei praticamente alcolizzata che lo pungola invano; l’unica parte del corpo di lui che reagisce alle “provocazioni” verbali di lei è il piede: si agita mentre l’uomo rimane impassibile a sfogliare il suo giornale. Non c’è litigio, solo indifferenza (se non fosse per il piede specchio dell’anima).
La terza storia è quella di una coppia affiatata alle prese con una cena con amici dove, per un disguido, sono stati invitati un’amica, il nuovo compagno di lei ed anche l’ex marito. Tutto l’episodio è incentrato sul come evitare l’incontro tra i due ex da poco separati. I due attori sono davvero spettacolari, interpretando, in una girandola di entrate ed uscite di scena, sia la coppia che ha organizzato la cena, sia i suoi tre ospiti, con repentini cambi d’abito, di parrucca e caratterizzazione.
L’ultimo episodio in particolare è davvero l’acme di una commedia che ha regalato agli spettatori risate e divertimento.
Claudio Costantino