In nome del Padre. La recensione
In scena al Teatro Golden il 15 aprile 2013
Marco Morandi, in una serata speciale al Teatro Golden il 15 aprile 2013, riporta in scena a Roma, il suo spettacolo autobiografico “In nome del padre” (scritto a sei mani con i fratelli Augusto e Toni Fornari, con quest’ultimo che ne è anche regista).
Essere figli d’arte non è facile – lascia intendere – troppi confronti con il genitore famoso. Quelle che sono opportunità aggiuntive, possono diventare un handicap.
Questo il tema dello spettacolo con il padre (Gianni Morandi) che si presta al gioco, partecipando con un contributo audio (come voce fuori scena con cui Marco dialoga) e video per un gustoso siparietto in cui il Gianni nazionale è stato truccato per sembrare più vecchio e decrepito; e così padre e figlio, l’uno in video e l’altro dal vivo, duettano a distanza in una particolare versione della canzone “Sei forte papà” ( a ruoli rovesciati, non il figlio che chiede “Lo prendi papà?”, ma il padre che domanda, “Lo prendi a papà?”).
Lo spettacolo si muove sul filo dei ricordi. Essere “figlio di”, ha anche i suoi vantaggi, va ammesso. Ci sono, ad esempio, incontri che hanno lasciato tracce indelebili come quelli con Francesco De Gregori, Lucio Dalla, Gaber. C’è poi il grande amore per Rino Gaetano (tra i progetti collaterali di Morandi jr. c’è anche quello della “Rino Gaetano Band” e due musicisti, del trio che lo accompagna, proviene proprio da quel gruppo).
Di Gaetano aveva inciso, nel suo precedente cd, un brano inedito che gli aveva messo a disposizione la sorella del cantautore scomparso (che tra l’altro è presente in sala). Morandi jr. canta le canzoni di Rino Gaetano, indossando il suo cappello a cilindro (quello originale utilizzato sul palco di Sanremo), tra cui una liberatoria “Nun te reggae più” (che è ironicamente dedicata al padre).
Propone anche il teatro canzone di Gaber. C’è poi l’omaggio a Gianni Morandi in 5 minuti di orologio (con tanto di conto alla rovescia sullo schermo) in cui riescead accennare ad un incredibile numero di hit paterni.
Tra ricordi, virtuosismi (si cimenta anche al violino), momenti teatrali, canzoni (in evidenza anche i nuovi brani del suo ultimo disco “Non basta essere te”), filmati (con alcuni estratti dai video di famiglia o rarità ), lo spettacolo di Marco Morandi scivola via piacevolmente, raccogliendo ampi consensi e prolungati applausi dal pubblico.
Claudio Costantino