“Tutti con me”. La recensione della prima del 7 maggio 2013
In scena al Teatro Sistina fino al 19 maggio.
Parterre delle grandi occasioni con molti vip intervenuti, per festeggiare la prima volta al Teatro Sistina di Biagio Izzo che ha proposto il suo nuovo spettacolo “Tutti con me” (in scena fino al 19 maggio 2013).
C’è grande curiosità per questo spettacolo, di cui Izzo è grande mattatore, che è, allo stesso tempo, varietà e one man show. Una commedia musicale (di cui è coautore con Bruno Tabacchini) costruita su misura, che gli permette di esprimersi a tutto tondo.
“Tutti con me”, in realtà è “tutto Izzo dalla A alla Z”. Un’enciclopedia delle sue gag, dei suoi monologhi, dei suoi personaggi maschili e femminili (Assunta, Bibì, Amedeo, Valà, Avana Nove), proposti in questi anni a teatro, al cinema, in tv.
Apertura “cinematografica” con un video con Biagio-Tarzan che disturba alcuni esploratori naturalisti. Poi la commedia si snoda con i racconti dell’attore napoletano, veri classici della risata rimasti nella memoria storica dei fans (come quello della Messa di Natale, ulteriormente arricchito ed ancor più scoppiettante) e la galleria dei suoi personaggi.
Coadiuvano il protagonista, tre formidabili spalle (Teresa Del Vecchio, Federico Perrotta, Valentina Olla), uno sfavillante corpo di ballo ed una sgargiante e sgangherata orchestra (“I Virtuosi di San Martino”).
L’accorta regia di Claudio Insegno, i costumi variopinti di Graziella Pera, le coreografie originali di Manolo Casalino, la colonna sonora “doc” scritta da Edoardo Bennato, Alex Britti e Paolo Belli, hanno permesso di costruire un esilarante e divertentissimo spettacolo.
Tra i vari momenti di Izzo anche un intermezzo che dimostra la bravura di Federico Perrotta che, nonostante la stazza, è un ballerino agilissimo che in una manciata di minuti ha accennato ad una varietà incredibile di balli-canzoni.
C’è un terzetto di killer della memoria (per l’appunto Del Vecchio, Perrotta ed Olla) che è impegnato ad uccidere i vari personaggi impersonati da Izzo nella sua carriera. La scene di Luigi Ferrigno – con in evidenza la scritta “Me, myself and I” – fa comprendere la lotta freudiana tra conscio, inconscio e subconscio. È, in realtà, un escamotage e, tra un “cancelled” e l’altro del trio killer, di fatto propone tutto il suo repertorio cult.
Cancellare il passato? Izzo non ci pensa proprio. Ed il pubblico romano, che lo ha accolto molto calorosamente, è pienamente d’accordo.
Claudio Costantino