“Xanax”. La recensione
In scena al Teatro de’ Servi fino al 13 ottobre 2013
Un uomo ed una donna rimangono bloccati nell’ascensore di un ufficio il venerdì a tarda sera, quando non ci sono più colleghi di lavoro nell’edificio. I due hanno molto in comune, sono ansiolitici e depressi, non sono contenti della loro vita sentimentale e lavorativa ed il loro equilibrio è affidato ai farmaci.
Questo il tema della delicata e molto divertente commedia “Xanax“, scritta da Angelo Longoni e diretta egregiamente da Marco Falaguasta, che sta riscuotendo grande successo al Teatro de’ Servi dove sarà in replica fino al 13 ottobre.
Tutta la pièce è ambientata all’interno dell’ascensore, dove i due dovranno convivere fino al lunedì. Da segnalare la bravura dei due interpreti, Marco Fiorini e Giorgia Würth, perennemente in scena, che sanno caratterizzare i loro personaggi, e farne emergere fragilità ed emotività.
L’uomo e la donna si confrontano, si aiutano, si danno coraggio, gridono e piangono, si sentono male e si curano, si confessano.
Quell’incontro fortuito e forzato, in una situazione paradossale che li costringe a riflettere sul loro stato, diventa come una sorta di seduta psicoanalitica e li cambierà sicuramente.
Il tema della commedia non è nuovo, ricordiamo ad esempio un episodio del film di Luigi Comencini del 1976, “Quelle strani occasioni”, con Alberto Sordi e Stefania Sandrelli. Ma nel testo di Longoni non c’è cinismo; ci sono solo due persone che riescono a trovare assieme la forza di reagire alle difficoltà.
Uno dei tratti in comune che hanno l’uomo e la donna è che si sacrificano per la famiglia. Fanno un lavoro che non piace e subiscono le conseguenze della routine della vita familiare, pensando al bene dei partner e dei figli e non a loro.
Il finale è improntato all’ottimismo. Lo “stop and go” nella vita, per pensare a sé e reagire, può essere prezioso.
Claudio Costantino