“A ciascuno il suo”. La recensione della prima
In scena fino al 17 novembre 2013 al Teatro Parioli Peppino De Filippo
Grande apprezzamento al Teatro Parioli Peppino De Filippo per “A ciascuno il suo”, la commedia tratta dall’omonimo romanzo di Leonardo Sciascia nell’efficace adattamento di Gaetano Aronica, con l’avvincente regia di Fabrizio Catalano. Ad interpretarla un cast affiatato che vede come protagonisti Sebastiano Somma, Daniela Poggi, lo stesso Gaetano Aronica e Giacinto Ferro.
Come è diversa la visuale nei polizieschi di Leonardo Sciascia, da quella di Andrea Camilleri, come sono differenti il professor Laurana ed il commissario Montalbano. La Sicilia è la stessa, i problemi sono identici ma l’atteggiamento è opposto.
Montalbano è un vincente, radicato nella sua terra, di cui conosce il “linguaggio”, in cui sa come muoversi. Laurana è un pesce fuor d’acqua che dà fastidio, che è troppo preso dal capire; pesta i piedi ad una mafia che sa essere implacabile. Sebastiano Somma interpreta bene, in palcoscenico, il suo personaggio, il criminologo, che sa molto di teoria e poco di pratica.
Anche la location è differente. Nella commedia ci sono ombre, oscurità, , una situazione oppressiva; nei film di Montalbano, luce, calore, mare, un habitat meraviglioso.
Il prof. Laurana disserta sul fatto che non esiste il delitto perfetto, se l’assassino si fa coinvolgere emotivamente. Mentre il delinquente freddo, distaccato, riesce a non compiere errori ed a farla franca. Ma le sue indagini, forse, dovrebbero essere altrettanto fredde e distaccate. Invece lui si fa travolgere dalle pulsioni amorose, si fa coinvolgere e perde di vista la realtà.
La mafia è legata ai partiti ed alla chiesa. Di più è essa stessa politica e religione: questo il drammatico quadro tratteggiato da Sciascia che la commedia coglie pienamente nella splendida scena finale in cui la piovra si mostra spudoratamente vincente ed inattaccabile. Alla faccia di Montalbano.
Claudio Costantino