Costellazioni. La recensione .
In scena al Teatro Vascello fino al 6 aprile 2014
Pianeti e stelle sulle teste di un’umanità che si muove tra libero arbitrio e casualità. È questo il tema (sottolineato dalla scenografia) affrontato dell’ originale pièce “Costellazioni” – il testo di Nick Payne, diretto da Silvio Peroni, in scena al Teatro Vascello fino al 6 aprile – che si rifà alla teoria quantistica. Molto bravi i due attori – Margot Sikabonyi e Alessandro Tiberi – a ripercorrere gli stessi avvenimenti, nelle molteplici variabili. Tutto è già deciso altrove.
Dal caso al caos, ad un disordine che condiziona i destini. Teorie scientifiche, come quella della fisica quantistica sugli universi paralleli, parlano di milioni di variabili che stanno accadendo, nello stesso istante, altrove. Insomma, si lascia intendere, tutto ciò che avviene è influenzato dai comportamenti altrui e da fatti che accadono indipendentemente dalla nostra volontà. E così la storia d’amore tra i due protagonisti può avvenire o non avvenire, può essere felice o infelice, contrassegnata o non contrassegnata dal tradimento; ci può essere o non essere il male oscuro di uno dei due, che può essere maligno o benigno. Tutto accade contemporaneamente in universi paralleli.
L’uomo e la donna sembrano naufraghi tra le stelle, che hanno smarrito la rotta o, forse, non l’hanno mai avuta. Molto bravi i due attori a ripercorrere le molteplici variabili sotto il cielo stellato.
Una cosa è certa e la pièce la coglie pienamente: c’è uno smarrimento dell’uomo, che si agita in un’apparente immobilità cosmologica. L’amore ed il dolore, la felicità e l’infelicità. Per i sentimenti ci si muove, si scalpita, nell’indifferenza dell’universo.
L’infinitamente piccolo è attratto da quell’infinitamente grande; come il fuco che si concede all’ape regina sapendo che morirà (non a caso il protagonista è un apicoltore); ma è il suo destino e lo compie consapevole. Ecco all’uomo manca la cognizione del fine delle sue azioni, che l’ape ha.
“Costellazioni” si rivela una rappresentazione accattivante, divertente, suggestiva e coinvolgente.
Brunella Brienza