“Un coperto in più”. La recensione.
Al Teatro Sala Umberto fino al 27 settembre 2015
Un gioielliere, un uomo che vive di espedienti e cerca di imbrogliarlo ed una donna che non c’è ma è presente con i due uomini. A rivelare la sua “presenza” è una sedia vuota a cui i due protagonisti si rivolgono, dando corpo alla fantasia. “Un coperto in più” – che ha inaugurato la stagione 2015-16 del Teatro Sala Umberto – è una coinvolgente divertente commedia scritta da Maurizio Costanzo nel 1973, in cui si affronta il tema dell’amore, della solitudine, dell’amicizia.
A firmare la regia della nuova edizione è Gianfelice Imparato. A portarla in scena sono Maurizio Micheli (l’imbroglione) e Vito (il gioielliere); con loro anche due donne in carne ed ossa, approfittatrici e ingannevoli, interpretate da Loredana Giordano (la complice/avversaria dell’imbroglione) e Alessia Fabiani (l’avvenente ex moglie sempre del personaggio interpretato da Micheli).
In questa commedia – come ha spiegato recentemente Maurizio Costanzo – si affronta un problema che tocca gli uomini, da sempre: “il desiderio di una donna che forse non c’è e immaginare che, comunque, questo incontro possa accadere, dando corpo alla fantasia. Per anni sono state le donne a immaginare l’uomo che non c’era. Ho ritenuto di fare il contrario, con assoluta convinzione».
Molto bravi gli attori nell’indossare i panni di quattro persone che – ciascuno a modo suo – sono profondamente sole. Micheli conferma ulteriormente la sua classe, Vito (che lascia per una volta i panni di comico ma non la sua mimica espressiva) è un’autentica sorpresa.
Commedia deliziosa, sui sentimenti, in cui l’amicizia (che nasce spontanea e inaspettata) riesce a scalfire la solitudine, ma non è risolutiva.
Le due donne riconducono ad una realtà oppressiva, fatta di menzogne ed aridità di sentimenti. Allora è meglio rifugiarsi nel proprio mondo, nei sogni; che possono essere una sedia vuota (che accoglie la donna che non c’è) o una voce femminile al telefono che ricorda l’ora esatta.
Brunella Brienza