“Finché giudice non ci separi”. La recensione
In scena al Teatro Golden fino al 22 novembre 2015.
Quattro amici tutti divorziati (ognuno con la sua storia ed un matrimonio fallito alle spalle), la vicina di casa e… una libreria componibile da montare con la chiave brugola. E che viene assemblata in scena dagli stessi attori, nel corso dello spettacolo.
“Finché giudice non ci separi” – al Teatro Golden fino al 22 novembre – è una commedia di grande comicità ed ironia, che piace molto al pubblico. E’ scritta da Augusto e Toni Fornari, Andrea Maia, Vincenzo Sinopoli. La regia è di Augusto Fornari. A interpretarla un affiatato cast: i fratelli Fornari, Nicola Vaporidis, Luca Angeletti, Laura Ruocco.
Una separazione difficile ha messo in gravi difficoltà economiche un letterato; è stato letteralmente spolpato dall’ex moglie. Nella casa in affitto, macchie di umidità e libri accatastai o ancora nelle scatole. Per questo i suoi tre migliori amici, anche loro divorziati, hanno deciso di regalargli una libreria, di quelle a basso prezzo e componibili. Tra tentativi di suicidio e recriminazioni, piomba in casa la vicina…
Tante risate ma, al di là della leggerezza, si tocca un tema di profonda attualità come quello del divorzio. Quando cessa l’amore, quando la coppia scoppia, sono tante le conseguenze. Non sempre la giustizia riesce a rendere giustizia ed a farne le spese può essere uno dei due coniugi e comunque i figli. Ma il dramma della separazione, nella commedia, è raccontato anche dall’angolazione del magistrato chiamato a giudicare, a entrare nella “carne viva” della lacerazione per trovare soluzioni “eque”.
Gli attori sono spassosi e riescono a caratterizzare accuratamente i loro personaggi che devono far pace con il passato, superare le contrapposizioni per ritrovare equilibrio, serenità e costruire rapporti nuovi con i figli, che non dovrebbero essere usati come arma di ricatto, oggetto di scambio, tra i coniugi; invece andrebbero tenuti protetti e fuori dalle dinamiche degli adulti. E non bisogna mai dimenticare che, se ci si separa, non è mai colpa di uno solo dei due coniugi.
Ma questi temi, pur così drammatici, vengono trattati brillantemente, con la dovuta leggerezza, facendo divertire molto il pubblico.
Una sottolineatura, nell’ avvio della stagione teatrale 2015/2016, va fatta sul Golden che è un esempio fulgido che, con una gestione imprenditoriale e artistica oculata e creativa, con un’attività multifunzionale, si può mantenere vivo e vitale uno spazio artistico. Anche in tempi difficili per la cultura come quelli attuali.
Claudio Costantino