“China Doll”. La recensione della prima nazionale del 5 aprile.
In scena al Teatro Eliseo fino al 24 aprile 2016
È giunta al Teatro Eliseo, praticamente in contemporanea con Broadway, “China Doll”, la pièce teatrale di David Mamet (che apre una trilogia dedicata al commediografo americano, a cavallo dell’odierna stagione teatrale e della prossima). la cui regia è firmata da Alessandro D’Alatri che personalizza e caratterizza l versione italiana rispetto a quella americana.
Il ruolo del miliardario Mickey Ross – che a Broadway è impersonato da Al Pacino – è interpretato da un grandissimo Eros Pagni che sa dare il giusto ritmo al testo di Mamet (che è, come ha detto Barbareschi, una partitura di jazz).
In scena con il miliardario il suo giovane, pavido ma efficiente, assistente Carson (il bravo Roberto Caccioppoli).
Le conversazioni concitate al telefono, e tra i due personaggi, ci introducono nel mondo spietato della finanza, della politica, della corruzione. Il miliardario alterna toni bruschi ad altri più pacati.
Conduce, in fin dei conti, una complicata e dirompente partita a scacchi tra poteri forti. È sottoscacco (come dice il sottotitolo italiano) proprio nel momento in cui vorrebbe abbassare la guardia, trascurare gli affari per dedicarsi completamente alla sua giovane fidanzata a cui ha regalato un aereo che diventa pretesto, per i suoi avversari, per metterlo in difficoltà con il fisco e quindi “farlo fuori”.
Carson è testimone silenzioso si una battaglia spietata con il finanziere che usa tutte le armi a sua disposizione (l’arroganza, la prevaricazione, la minaccia, la seduzione, la finta umiltà).
Pagni dà spessore ad un personaggio che sembra arrendersi quando è messo al muro. Ma ha ancora una mossa da giocare e non esita a compierla. Toni da thriller ed il colpo di scena finale che lascia la platea attonita.
Il lunghissimo caloroso applauso della platea premia la straordinaria interpretazione del mattatore.
Brunella Brienza