Lo spettacolo “Se cadere imprigionare amo”, dopo il debutto romano della scorsa stagione, va in scena a Torino (il 14 aprile al Teatro Cap 10100) e Milano (dal 20 al 24 allo Spazio Tertulliano). La pièce di Andrea Cramarossa, prodotta dal Teatro delle Bambole, è nata nel 2014 dal progetto di ricerca incentrato sullo studio del linguaggio degli insetti (in particolare farfalle e blatte). Alla ricerca è stata aggiunta una riflessione su un fatto di cronaca che vedeva un ragazzino violentato con una pompa di aria compressa. “Se cadere imprigionare amo” è dunque la messa in scena di un momento particolare vissuto dalla famiglia del carnefice.
«Rispetto allo spettacolo portato in scena ci sono dei cambiamenti – afferma Cramarossa – lo spettacolo è evoluto. È talmente complesso che è stato rivisto da un altro punto di vista. La storia sostanzialmente è sempre quella, solo che si parte dal mettere a centro dell’attenzione le figure genitoriali. La madre ritorna dopo tanti anni e aspetta un figlio da uno sconosciuto. Il padre è sempre in casa, non si muove. Lo spettacolo ha preso una piega più politica; si parla dell’assenza dei genitori, della non partecipazione, di uno stato, di un popolo ai fatti, problemi della società. È una riflessione sul diniego, tendenza a non vedere problemi che non vanno».
Dopo Torino e Milano, “Se cadere imprigionare amo” andrà in scena a Bari il 30 aprile, in attesa di riprendere la stagione invernale. Tra i progetti futuri del Teatro delle Bambole ricordiamo uno studio su Medea tratta da “Medea” i Euripide e di Seneca, la partecipazione al Festival Dionisiac a Segesta e uno studio sul silenzio e autismo.
Claudio Costantino
QUI la recensione della rappresentazione romana