“La via del successo – Dreamsister’s”. La recensione.
In scena al Teatro Olimpico fino al 15 maggio 2016
Liberamente ispirato alla storia di Diana Ross & The Supremes, “La via del successo – Dreamsister’s” è giunto al Teatro Olimpico (finalmente tornato in attività dopo la forzata chiusura per un crollo nello stabile che lo ospita). Un musical straordinario di grande intensità che ha avuto il pieno plauso della critica e grande attenzione sui media.
Il musical – scritto con verve da Tiziana D’Anella e Lena Sarsen e diretto con grande passione da Enzo Sanny – è davvero straordinario, con la produzione che non ha badato a spese. Infatti sono previste un’orchestra che suona dal vivo, costumi sfavillanti e, soprattutto, un cast eccezionale: quattro superbi cantanti, a cominciare da Amii Stewart che è affiancata dalle altrettanto brave Lucy Campeti, Francesca Haicha Touré e dall’effervescente Will Weldon Roberson; attori valenti (in primis Sergio Muniz); un fantastico corpo da ballo con un ballerino del calibro di Jean Michel Danquin.
Si racconta l’ascesa di un trio al femminile che conquista il cuore di un influente manager, anche lui cantante (Will Weldon Roberson), che le porta sui più grandi palcoscenici mondiali e le fa conoscere ad un discografico di fama Jean Michel Danquin). Quindi l’ascesa delle “Dreamsister’s (questo il nome del gruppo) che è seguita appassionatamente da un noto conduttore televisivo (Sergio Muniz) e dalle sue telecamere del suo programma.
La storia del gruppo è solo un pretesto per dar modo al trio femminile ed alla voce solista maschile di proporre dal vivo un ampio repertorio (ben 26 brani) che spazia dal rhythm and blues, al soul, al pop. In evidenza anche la partecipazione di Muniz per la gioia del pubblico femminile.
Le canzoni sono state scelte tra quelle più famose di quegli anni e di Diana Ross & The Supremes. Tra cui: “Listen”, “Respect”, “Think”, I’m Telling You”, “You Can’t Hurry Love”, “Stop! In The Name Of Love”, “Proud Mary”, “I Feel Good”, “Soul Man”, ecc.
Due ore e quaranta di grande musica che termina con i bis ed il pubblico che balla in sala.
Claudio Costantino