A letto dopo carosello. La recensione.
In scena al Teatro Sala Umberto fino al 22 maggio 2016
I bambini degli anni Settanta non hanno fatto il ’68 e neppure il ’77; hanno giocato con Topo Gigio, fa lo stesso? Lo sottolinea Michela Andreozzi nel suo spettacolo cult “A letto dopo carosello”, approdato al Teatro Sala Umberto.
Monologhi con orchestra (il Maestro Greggia al pianoforte che è anche una formidabile spalla “muta” della protagonista, il cantautore Piji alla chitarra ed il BateauManouche Quintet) in cui si raccontano la generazione dei quarantenni-cinquantenni di oggi, cresciuti ignari negli anni di piombo e dell’austerity, che giocavano in cortile e ascoltavano la musica con il mangiadischi.
La platea è coinvolta e chiamata a rispondere a quiz sui nomi di show e fiction televisivi, rigorosamente in bianco e nero, ricevendo in premio le mitiche caramelle Rossana e divertendosi moltissimo.
Lo spettacolo è davvero un delizioso amarcord dell’infanzia, degli anni delle elementari, con la merenda che era pane e burro o pane e zucchero. Davvero eclettica, divertente e coinvolgente la Andreozzi che recita e canta con grande verve e bravura.
Ogni sera, in chiusura, c’è un artista o un gruppo ospite. Nella replica a cui eravamo presenti sono salite sul palco le Ladyvette che hanno giocato con le canzoni degli anni ’70, riproposte come se fossero gli anni ’50 (l’epoca storia in cui si muove questo formidabile trio). Il mix 70/50 è una ciliegina sulla torta di una serata di grande tenerezza, ironia e comicità.
Brunella Brienza