Sala Umberto: Gabriella Greison porta la fisica quantistica a teatro

1927 Monologo Quantistico. La recensione
In scena al Teatro Sala Umberto il 28 ottobre 2016

Una vecchia foto del 1927 ritrae i fisici che parteciparono al V Congresso Solvay a Bruxelles dedicato al tema “Elettroni e fotoni”. I Congressi Solvay – che si tengono ancora oggi – si svolgono a cadenza triennale dal 1911.

Inizia con la proiezione di quella vecchia foto in bianco e nero  “1927 Monologo Quantistico” di e con Gabriella Greison, portato in scena al Teatro Sala Umberto il 28 ottobre (con la regia di Emilio Russo). Nella foto 29 persone in posa, quasi tutti fisici, 17 dei quali sarebbero diventati dei premi Nobel, ciò a dimostrazione dell’irripetibile periodo che per la fisica furono gli Anni Venti.

Gabriella Greison è fisica, giornalista e scrittrice ed ha condotto numerose trasmissioni di divulgazione scientifica. Ora ha il merito di portare la fisica a teatro, costruendo uno spettacolo che, partendo dalla foto citata, espone, con sapienza e semplicità, la fisica quantistica.

Il racconto teatrale è suddiviso a capitoli, come se fosse un libro (ed un libro c’è davvero e viene venduto nel foyer al termine dello spettacolo, “L’incredibile cena dei fisici quantistici” scritto sempre dalla Greison).

Come racconta Gabriella dal palcoscenico della Sala Umberto in quella foto le sedie sono sistemate sopra le scale che da Leopold Park arrivano al portone dell’istituto di Fisica più importante di Bruxelles. Si riconosce facilmente Marie Curie, perché è l’unica donna, c’è Planck con il cappello e la sigaretta in mano, Lorentz, il più vecchio, c’è naturalmente Einstein. Ci sono i giovani, Dirac, Heisenberg, Pauli, tutti sui 25 anni. C’è il più anticonformista di tutti, Scrödinger, l’unico vestito comodo, con una giacca di lino leggere e chiara, un papillon e due buffi occhialini tondi.

Gabriella coglie l’occasione della foto per parlarci della fisica quantistica, avvicinandoci ad una materia sicuramente ostica con le parole di Niels Bohr: «Se ti sembra di aver capito la fisica quantistica, allora non hai capito niente».

Introduce gli spettatori in un mondo affascinante e fondamentale; fa comprendere che non si sta parlando  di teorie astruse avulse ma della vita reale; la fisica quantistica – dice – è una costruzione matematica accurata e perfetta senza la quale  non riusciremmo a capire la chimica moderna e l’elettronica. È alla base dell’ invenzione del chip al silicio e quindi dei computer attuali. Senza di essa non ci sarebbero i televisori, i calcolatori, i microonde, i lettori di cd e dvd, i telefoni cellulari.

Coraggioso, emozionante, coinvolgente: il “Monologo Quantistico” affascina e coinvolge la platea, raccontando una stagione intensa ed unica in cui un gruppo di persone si sono messe in gioco e, temerariamente, hanno messo in dubbio la rassicurante fisica classica, andando contro la comunità scientifica e cambiando le sorti del mondo.

Brunella Brienza

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