“E… se il tempo fosse un gambero?”. La recensione della prima stampa del 20 dicembre 2016
In scena al Teatro Brancaccio fino al 15 gennaio 2017
È il desiderio di tutti poter tornare indietro nel tempo, fare scelte diverse da quelle effettuate per cambiare il corso della vita. E, per tornare indietro (camminando a ritroso come il gambero), c’è chi sarebbe disposto a vendere l’anima al diavolo.
Su questo tema c’è una commedia musicale indimenticabile della premiata ditta Garinei e Giovannini, “Se il tempo fosse un gambero” che fu proposta nel 1986. Ora, per il trentennale del debutto, è stato previsto un nuovo allestimento – ribattezzato “E… se il tempo fosse un gambero?” con la regia di Saverio Marconi (che ha già diretto una nuova edizione de “Il giorno della tartaruga”), in scena al Teatro Brancaccio dal 15 dicembre 2016 al 15 gennaio 2017.
In sala, in occasione della prima stampa, anche Iaia Fiastri, che è autrice del testo assieme al compianto Bernardino Zapponi.
Molto diversi da Enrico Montesano e dalla allora debuttante Nancy Brilli (in scena trent’anni fa) i protagonisti attuali (Francesco Pannofino ed Emy Bergamo) che mettono in campo la loro personalità, le loro peculiarità.
Poliedrici, si cimentano anche nel canto, rileggendo i loro personaggi. Quella raccontata è la storia della vecchia Adelina (Bergamo) che, con l’intervento di un diavolo imbranato (un povero diavolo, verrebbe da dire, interpretato da Pannofino) ha la possibilità di esaudire il desiderio di tornare indietro nel tempo in modo da poter accettare la proposta indecente di un principe polacco che avrebbe potuto cambiargli la vita (a cui, inizialmente, per la sua rettitudine morale, aveva detto di no, pentendosi in età avanzata della scelta fatta.
Così vediamo la giovane ed avvenente Adelina giovane, venditrice di frutta al mercato di Campo dei Fiori a Roma. Ma la storia avrà un altro seguito (non certo quello voluto dal Maligno) e Adelina – rimanendo la pia persona che è e senza fare patti con il diavolo – cambierà il corso della vita e raggiungerà la felicità.
La commedia musicale – con le musiche di Armando Trovajoli ed una canzone indimenticabile rimasta nella memoria storica – mantiene quell’atmosfera vintage delle origini.
Riesce ad affascinare e conquistare la platea come trent’anni fa. Con buoni sentimenti, rettitudine ed amore che trionfano.
Claudio Costantino