“La Divina”. La recensione della prima del 10 gennaio 2017.
In Scena al Teatro Sala Umberto fino al 22 gennaio.
Il Dante di Alessandro Fullin è glamour, dichiara la sua diversità, si trova a suo agio all’Inferno più che in Paradiso. Ha una cotta per il nocchiero Caronte e moti di ripulsa per la casta Beatrice.
Divertente e irriverente l’artista triestino – con “La Divina” in scena al Teatro Sala Umberto fino al 22 gennaio 2017 – ripercorre il viaggio dantesco con Virgilio, con la preoccupazione di dover aggiornare la “Divina Commedia” perché nel 2009 Papa Ratzinger annunciò che il Purgatorio non esiste più. E le anime che stanno espiando in attesa di passare in Paradiso? Fullin propone per loro una scottatina veloce e poi subito il passaggio al luogo delle Beatitudini (tanto le cruditè di carne vanno di moda).
Nella Divina Commedia, rivista in chiave kitsch, ci sono Beatrice bruttina, Virgilio svagato e Paolo Malatesta con gli Abba, Farinata degli Uberti con Liz Taylor… tutti assieme nella stessa bolgia. In palcoscenico diavoli e cherubini vestiti da pattinatori (ed un diavolo che gira in palcoscenico proprio con i pattini).
I fans di Fullin – che hanno visto tutti i suoi siparietti televisivi a “Zelig” – sono accorsi numerosi ad assistere a questa parodia della Divina Commedia, critta, diretta ed interpretata da Fullin. Amano l’umorismo lunatico e pungente del comico triestino, le sue battute ironiche e dissacranti.
Al termine della rappresentazione, nella serata della prima un fuori programma a sorpresa nel foyer: una festa anch’essa glamour con drag queen e disc jockey che hanno salutato gli spettatori. Così con selfie, musica e dolci si è festeggiato il ritorno in teatro del monello Fullin.
Brunella Brienza