“Shh non lo dire a nessuno”. La recensione
In scena al Teatro Studio Uno fino al 29 gennaio 2017.

Ironica, dissacrante ma soprattutto onirica, Ludovica Bei con “Shh non lo dire a nessuno”  – in scena al Teatro Studio Uno – racconta una fiaba moderna, che è la sua, ma anche quella di una generazione (quella del 1990 ) che non ha grandi miti da seguire, ma grandi sogni da realizzare sì.

E’ una favola sui rapporti familiari (nei tempi attuali in cui la famiglia ha ancora un ruolo ma è in una fase di transizione) e sull’amore ai tempi di What’sApp. Racconta, in fondo, uno spaccato della società di oggi, tra incanto e disincanto.

In palcoscenico c’è lei la principessa delle fiabe che cerca il principe azzurro ma non è facile. Si sorride, con lei, sui tic e sui difetti dei giovani d’oggi con una vena di malinconia, pensando alle difficoltà di una generazione a trovare stabilità (affettiva in primo luogo).

Con lei il bravo pianista (e cantautore) Nico Maraja, autore del brano originale che porta il titolo dello spettacolo. L’artista non si limita solo a suonare ma fa da spalla, anche da grillo parlante (o meglio “grillo suonante”) che riporta la protagonista sui binari quando tende a deviare…

“Shh non lo dire a nessuno” parla dei piccoli piaceri della vita tenuti nascosti (il caffè da bambini, le caramelle Rossana). Si può sorridere così sull’innocenza con cui i giovani approcciano alla vita. Dopo tanti lavori su generazioni allo sbando, gioventù bruciata, finalmente un racconto intimistico e positivo di giovani che chiedono il diritto di sognare.

La formula “One woman show” (con grillo suonante) funziona e Ludovica Bei – esprimendo grande talento, bravura e padronanza del palcoscenico – sa essere davvero divertente e coinvolgente.

Quello proposto potrebbe diventare un format da sviluppare in prossimi lavori teatrali per seguire la principessa (ed il principe azzurro) – ovvero la generazione che si accinge a raggiungere i 30 anni –  nel percorso di vita, alla ricerca di un posto in società (la casa, la coppia, il lavoro, ecc.). Della serie, piccole donne crescono.

Brunella Brienza