“L’arte è una caramella”. La recensione della prima del 9 febbraio 2017.
In scena al Teatro Brancaccino fino al 12 febbraio
Quello proposto al Teatro Brancaccino da Carlo Vanoni in “L’arte è una caramella” – lavoro da lui interpretato e scritto in collaborazione con Luca Berta, con la drammaturgia e regia di Gian Marco Montesano – è un viaggio nell’arte, nella sua evoluzione storica. Il titolo dello spettacolo è dedicato all’opera “In memoria di Ross”, dell’artista cubano Félix González-Torres (scomparso nel 1996) che è una montagna di caramelle. La riproduzione dell’opera appare in proscenio.
Vanoni, sul palcoscenico, è attore, narratore, divulgatore, musicista. Un Virgilio che, per capire il significato dell’opera di González-Torres, parte dalla Gioconda; spiega quindi il passaggio all’arte concettuale e poi alla rottura con i canoni tradizionali.
E come illustrare l’arte di Jackson Pollock se non con un assolo di chitarra elettrica ripreso da Jimi Hendrix? Non ci sono parole che potrebbero evidenziare meglio la deflagrazione, il dolore, la violenza, il delirio di quell’arte.
Lo spettacolo proposto da Vanoni lo potremmo definire “teatro-narrazione”. Tante opere artistiche si susseguono sullo schermo. Non manca l’opera “Fontana” di Marcel Duchamp; si tratta di un orinatoio capovolto (di cui in palcoscenico c’è la riproduzione). Proposto al contrario è anch’esso un messaggio, finalizzato allo stravolgimento dei canoni della realtà.
E arriviamo infine alle caramelle di González-Torres. Nei musei – spiega il narratore – ci dicono sempre di non toccare le opere d’arte. Qui è il contrario, è lo stesso artista a invitare il visitatore a prendere una caramella. L’arte non rimane distante ma è alla portata di tutti.
Il messaggio forte dell’opera è per il compagno Ross che stava morendo in un letto di ospedale di Aids. La montagna di caramella originariamente pesava 79 kg come Ross; man mano si assottigliava come il compagno divorato dalla malattia. Oggi che Ross non c’è più quelle caramelle lo ricordano. Sono sempre prendibili dal pubblico ma quotidianamente vengono incrementate. Il ricordo di Ross resta vivo, è rinnovato ogni giorno.
La rappresentazione al Teatro Brancaccino è un’ora e mezzo di autentico coinvolgimento, curata nei dettagli. Carlo Vanoni è uno straordinario intrattenitore/affabulatore, versatile, suona pure tastiera e Stratocaster.
Il teatro è arte, l’arte è teatro, verrebbe da dire in chiusura, con una frase alla Marzullo.
Claudio Costantino