“Boomerang”. La recensione della prima del 16 maggio 2017.
In scena al Teatro Sala Umberto fino al 28 maggio.
Prima o poi il boomerang lanciato ritorna e c’è il rischio che colpisca colui che lo ha lanciato. La commedia “Boomerang”, scritta e diretta d Angelo Longoni, è piena di boomerang scagliati dai componenti di una famiglia borghese, ma anche da un’intera classe sociale (politici, prelati, banchieri) che sta al potere.
Giorgio Borghetti, Simone Colombari, Eleonara Ivone e Amanda Sandrelli, impersonano efficacemente i quattro protagonisti della commedia che si rivela disincantata e cinica, ma anche divertente, con toni, a tratti, giallo-polizieschi.
La famiglia si ritrova al capezzale del padre scomparso. C’è la compagna di lui (Sandrelli), i due figli (Borghetti e Colombari), la nuora (Ivone). Ognuno dei componenti del nucleo familiare – nella lunga notte che precede il funerale del padre, in una casa di campagna isolata dalla neve – vede scoperto il proprio personale scheletro nell’armadio.
La neve è la metafora: copre e imbianca tutto lo sporco, però prima o poi si scioglie; così le malefatte commesse vengono a galla. Nulla è come appare, ognuno recita un ruolo familiare e sociale e a quel ruolo rimane aggrappato, costi quel che costi.
La scena teatrale, efficacemente, è suddivisa in due ambienti separati… due stanze differenti della stessa casa, dove i nodi vengono al pettine.
Sulle orme di Cechov, Ibsen e Pirandello, Longoni rispolvera il “dramma borghese”, lo contestualizza ai tempi odierni, lo aggiorna e lo rinnova.
Nasce così un atto unico avvincente e ricco di colpi di scena. Non c’è amore, non c’è pietas, ma neanche odio e voglia di vendetta. Emergono solo l’amoralità, l’opportunismo, il cinismo.
Un ritratto impietoso, una condanna senza appello, per personaggi che sono solo attenti a non essere colpiti dai boomerang delle loro azioni che saettano nell’aria.
Brunella Brienza