“Modern family 1.0”. La recensione della prima del 23 novembre 2017.
In scena al Teatro Brancaccino fino al 26 novembre.
“Le Brugole” si sono separate (artisticamente). Le due co-fondatrici della società di produzione, Annagaia Marchioro e Roberta Lydia De Stefano, propongono al Teatro Brancaccino (la loro “casa” romana) due spettacoli distinti: “Modern family 1.0” (in scena fino al 26 novembre con Marchioro e Virginia Zini) e “Come sposare una femminista” (1-4 febbraio 2018, con De Stefano e Alberto Paradossi).
In questo primo appuntamento teatrale le due protagoniste accolgono il pubblico in sala come se fossimo a casa loro. Personaggi sono una casalinga e un”attrice (rispettivamente Zini e Marchioro), che fanno coppia ed hanno deciso di vivere assieme.
Tra scatoloni, polistirolo, polvere, disordine, madri asfissianti al telefono, cercano di costruire una loro vita di coppia e sono alla ricerca di stabilità. Il loro è il racconto di una “famiglia 1.0” – che è ancora retrò se pensiamo che nel Web siamo arrivati al 4.0 – che si snocciola (attraverso la proiezione di diapositive della famiglia di origine) sull’infanzia, i genitori, la crescita, ma apre nuovi scenari.
Ci sono – lascia intendere la commedia – valori e radici che ci si porta dentro; allora è difficile fare “coming out” con i propri genitori. Poi c’è il bisogno di maternità di una delle due donne che scuote il rapporto di coppia. La “modern family 1.0” è tutta da costruire, superando il passato.
Le Brugole – brave, talentuose, coinvolgenti, istrioniche – in questa divertente commedia sanno raccontare l’universo lesbico con ironia, comicità, verve ma anche tanta dolcezza. Le due protagoniste sono emblema di donne forti e tenere, che sanno guardare al futuro.
Claudio Costantino