Teatro Eliseo: vite inesorabilmente allacciate

“Lacci”. La recensione.
In scena al Teatro Eliseo fino a 11 febbraio 2018

Lacci” di Domenico Starnone  è tratto dall’omonimo romanzo. A spiegare visivamente questa pièce è efficace la copertina del romanzo da cui è tratto, che raffigura i lacci di due scarpe intrecciati tra di loro, a vincolare ed a impedire di proseguire, a immobilizzare.

Quella in scena al Teatro Eliseo fino al 11 febbraio è una commedia particolare per come si sviluppa la narrazione, con monologhi, dialoghi, racconti, scontri. La sequenza degli accadimenti  non mantiene il filo temporale, per rendere più avvincente il racconto.

La pièce narra di una coppia unitasi molto giovane, negli anni ’70, che si ritrova, a 30 anni, con due figli, a vivere una crisi matrimoniale. Lui va a vivere con Lidia, molto più giovane, con cui scopre sensazioni nuove e gioia di vivere. Fugge dalla famiglia per rincorrere il sogno di libertà che pervadeva, in quell’epoca, i singoli e la società. Poi però i lacci, i vincoli (interiori e verso la famiglia) non si possono sciogliere e portano in pratica a tornare sui propri passi. I lacci di due scarpe vincolano così le vite di marito e moglie. I lacci costringono  a vivere assieme, a unire anche il fallimento esistenziale.

Bel libro e bella commedia che trova il suo culmine nel “caos” provocato nell’abitazione da sconosciuti, forse dei ladri, che mettono a soqquadro l’abitazione. Nel disordine i nodi vengono al pettine; o forse no, ormai è inutile.

Si incontrano e scontrano – con la puntuale regia di Armando Pugliese – la voglia di fuga e poi la resa del marito (Silvio Orlando), il conservatorismo a tutti i costi della moglie (Vanessa Scalera), il disincanto e l’odio dei figli (Maria Laura Rondanini e Pier Giorgio Bellocchio), le perplessità dell’amico-testimone del fallimento (Roberto Nobile). Bravi tutti gli attori (completa il cast Matteo Lucchini) e davvero coinvolgenti Orlando, Scalera e Nobile a raccontare questo dramma piccolo borghese.

Fuga, ritorno, fallimento si allacciano ma non uniscono.

Claudio Costantino

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