“Il teatro è luogo d’arte, pensiero e creazione, soprattutto è luogo di dialogo con i ragazzi. Vogliamo entrare nel vivo delle attività principali del Teatro: essere diffusore del patrimonio culturale mondiale, ma anche riflettere, insieme ai ragazzi sulla società che ci circonda”. Lo sottolinea Valeria Freiberg, animatrice culturale, regista e direttrice artistica della Compagnia “Teatro A” – Associazione Ariadne. Grazie al suo impegno, proposto in varie città, il teatro entra nelle scuole e viceversa; questa compagnia fa conoscere ad un pubblico giovane il fascino delle storie raccontate sulle tavole del palcoscenico, ma anche riflettere sui grandi temi della società, sulla storia, sui classici della letteratura e del teatro. Con il teatro si fa formazione. “Il teatro – ci dice – è anche e soprattutto didattica”.
A Valeria Freiberg abbiamo rivolto alcune domande.
Quando è nata la compagnia “Teatro A”?
Tutto è cominciato nel 1969 quando a Catania al teatro Angelo Musco venne rappresentato il primo spettacolo “O di uno o di nessuno” di Luigi Pirandello del “La compagnia sociale di Arnaldo Ninchi”. Con gli anni il nome della compagnia si è trasformato prima in “Teatro Italiano” e nel 2004 nell’Associazione culturale Ariadne. Negli anni ‘70 con la compagnia hanno collaborato i grandi registi italiani, del calibro di Albertazzi, Karlsen, Dal Pozzolo. Negli anni ’80 si è avviata la collaborazione dell’Associazione con il Festival Teatrale di Agrigento e con il Teatro Puccini di Firenze portando in scena Pirandello, Eschilo, Shakespeare. Negli anni’ 90 la vita dell’Associazione si è concentrata soprattutto a Roma dove è stato rappresentato il teatro di Goldoni all’Eliseo, De Benedetti al Teatro Sala Umberto, D’Annunzio e Moliere al Teatro Valle. Negli anni Duemila il ciclo di conferenze a Seul in Corea, e le rappresentazioni di Pirandello negli Stati Uniti e Belgio. Nel decennio del 2010 è nato il progetto teatrale Teatro Nudo, con una rassegna dedicata alla creatività femminile, alla professione dell’attore e al modo rituale di fare il teatro realizzata dall’Associazione culturale “Ariadne” in collaborazione con Roma Capitale e Regione Lazio. Il capitolo Didattica è diventato molto importante all’interno del curriculum dell’Associazione prima con la rassegna teatrale “Teatro Nudo” (2012-13), “Teatro delle future generazioni” (2013-14), e le varie edizioni di “Teatro Città Project” (dal 2014 ad oggi).
Gli spettacoli si rivolgono ad un pubblico di giovani, dalle elementari al liceo, come è oggi lavorare con le scuole?
E’ difficilissimo ma stimolante. E’ difficile, non per i ragazzi per i quali il teatro è un’autentica scoperta ma per le istituzioni scolastiche che considerano il teatro quasi una frivolezza, una parentesi di svago. Invece noi la intendiamo come momento didattico, di formazione, che si esprime con altri linguaggi ma ha le stesse finalità delle lezioni in aula. Parlo di formazione continuata, che ora abbiamo allargato anche alle elementari.
Con una platea di giovani così vasta, cambia il modo di approcciare?
Sì certo, la nostra proposta teatrale è adeguata alla platea di giovani, sia nel repertorio, sia nella messa in scena. L’obiettivo è sempre quella di coinvolgere ed appassionare i giovani. E di farli riflettere, sulla storia, sulla letteratura ma anche sui grandi temi della società di oggi: il bullismo, il ruolo delle donne e la violenza.
Temi forti affrontati anche nel vostro nuovo spettacolo “Suona solo per me”…
Sì esatto. La pièce affronta il delicato – e sempre più attuale – tema sulla violenza contro le donne. Alcuni alunni irrompono nella vita della propria insegnante nel giorno del suo compleanno. L’occasione della festa assume delle pieghe dure e impietose. La pièce porta a riflettere su una società ormai priva di valori, edonistica, festaiola, che sa essere violentemente prepotente.
Il vostro è un progetto che ha anche il merito di portare i giovani a teatro, di formare gli spettatori di domani…
La soddisfazione più grande l’abbiamo quando vediamo il coinvolgimento, i giovani che scoprono la meraviglia del teatro, anche come spazio teatrale. Ad esempio molti ragazzi di Potenza – prima delle nostre rappresentazioni a loro dedicate – non erano mai entrati nel Teatro Stabile della loro città, si trovavano spaesati. Abbiamo avuto il merito di abbattere una barriera invisibile tra i giovani ed una struttura così gloriosa che quasi intimoriva i più giovani.
Ma avete anche il merito di formare gli attori di domani…
Formiamo nuovi talenti ma non ci limitiamo solo a prepararli… rafforziamo il loro talento con ingaggi e presenze sceniche che gli consentono di fare quell’esperienza necessarie per crescere. E’ anche questo un aspetto stimolante della nostra proposta. Piccoli attori crescono… La nostra associazione che ha un percorso storico così ricco e variegato oggi sa parlare a 360 gradi ai giovani.
Claudio Costantino