Successo al Brancaccio per “I tre moschettieri”, l’opera pop di spade e canzoni

“I tre moschettieri”. La recensione della prima del 5 marzo 2025
In scena al Teatro Brancaccio fino al 16 marzo.

C’era molta attesa per la prima romana de “I tre moschettieri” di Giuliano Peparini, in scena al teatro Brancaccio dal 5 marzo 2025, dopo il successo di Milano. Ebbene, l’attesa non è andata delusa, anzi ha superato le aspettative con la sala piena e molti ospiti vip a testimonianza che sia un evento da grandi occasioni.

Lo spettacolo si avvia inusualmente con le luci di sala ancora accese e l’allestimento di una sorta di cantiere con tanto di impalcature. Qui si muovono gli operai che animano la scena, fino a quando uno di loro, nel ruolo di Alessandro Dumas, trova un manoscritto che incuriosisce tutti. Inizia a leggerlo e la magia del teatro fa il resto.
Si spengono le luci di sala e si accendono quelle di scena, parte la musica e il pubblico viene catapultato nella Parigi del ‘700.
Inizia così lo spettacolo vero e proprio, tutto cantato, come una vera e propria opera in musica. Non c’è parlato in questa opera pop, anche il racconto-raccordo del narratore è cantato. In primo piano, a lato del palco, un orologio segna l’ora esatta, quasi a scandire il tempo della storia.
La vicenda la conosciamo tutti, quella dei tre moschettieri, Athos, Porthos e Aramis, e del guascone D’Artagnan, che dalla Guascogna va a Parigi per diventare moschettiere. Qui troverà l’amicizia dei tre moschettieri e insieme combatteranno contro il perfido cardinale Richelieu e la sua perfida spia Milady. Lo spettacolo è un susseguirsi di quadri, con musiche suggestive e ben orchestrate.
Notevole l’impegno di Giò di Tonno, che oltre ad essere Athos, è anche il compositore delle musiche, mentre i testi sono di Alessandro Di Zio. Alcuni brani ricordano le atmosfere di Riccardo Cocciante, soprattutto quello su “Parigi”, che evoca “Notre Dame de Paris”.
Sia la scenografia che i costumi sono essenziali, in un allestimento contemporaneo del musical: il cantiere si trasforma nei vari luoghi dell’azione e i costumi, pur non essendo in senso stretto “di scena”, suggeriscono chiaramente l’epoca e i personaggi.
Alcuni ruoli di ballerine sono interpretati da uomini, scelta che richiama il teatro antico, con i ruoli femminili affidati agli uomini. Bravi tutti gli interpreti, in particolare Giò di Tonno, Vittorio Matteucci, Graziano Galatone e Sea John, che interpretano rispettivamente Athos, Porthos, Aramis e D’Artagnan.
Bravi anche gli altri, da Leonardo Di Minno, a Cristian Mini, Camilla Rinaldi, Beatrice Blaskovic, Roberto Rossetti e Gabriele Beddoni, che interpretano rispettivamente Rochefort, Richelieu, Milady, Costanza, Dumas e Planchet. Fantastici anche i ballerini della Peparini Academy.
Il pubblico ha apprezzato molto lo spettacolo, tributando applausi a scena aperta e standing ovation finale, con tanto di bis della canzone su Parigi.

Claudio Costantino

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