“Othello, La H è muta”. La recensione della prima stampa del 4 dicembre 2013
In scena al Teatro Sala Umberto fino al 15 dicembre 2013.
Grande successo al Teatro Sala Umberto degli Oblivion con “Othello la H è muta”.La storia di Othello, con o senza H – passando da Shakespeare a Verdi, da Otello a Balotello – è terreno fertile per gli Oblivion.
I magnifici 5 (Graziana Borciani, Davide Calabrese, Francesca Folloni, Lorenzo Scuda e Fabio Vagnarelli) da dieci anni sulla scena, sono diventati un fenomeno cult che attira tutte le fasce di età degli spettatori. Dai più grandi che ritrovano, parodie, cabaret, imitazioni come facevano il Quartetto Cetra (a cui gli Oblivion hanno dedicato uno spettacolo in passato)ed, anni dopo, il Trio Lopez-Marchesini-Solenghi; i più giovani rintracciano un certo gusto per gli sketch, la comedy, la giocoleria.
Gli Oblivion – accompagnati al pianoforte da Denis Biancucci – conoscono i vari linguaggi scenici ma vanno oltre, esprimendo grande talento, professionalità, genialità.
Sono il “Quartetto Cetra 2.0”, che aggiorna il modo d’esprimersi ai tempi attuali. Si propongono in palcoscenico come cantanti, attori, imitatori; sanno sincronizzare le gambe, intonando i passi alle note del pianoforte; propongono una girandola di invenzioni.
Ci sono il Moro di Venezia ed i gendarmi che parlano in veneziano stretto; c’è Cassio (con quel nome che è già una battuta), una svampita Desdemona, un truculento (si fa per dire) Iago.
L’Othello shakespeariano e poi verdiano viene vivisezionato e trasformato. La tragedia e l’opera lirica diventano canzoni alla Vasco, alla Ligabue, alla Elio e Le Storie Tese…
Questo show è un caleidoscopio, un’eruzione vulcanica. L’acme di una carriera in salita di un collaudato gruppo di cantattori.
Claudio Costantino