“In viaggio con Aurora”. La recensione
In scena al Teatro Quirinetta fino al 29 gennaio 2012
Lo scrittore napoletano Erri De Luca è anche un ottimo chansonnier, compone ballate, suona la chitarra e canta. Con i suoi scritti, le sue canzoni ma anche alcuni classici della tradizione ha costruito lo spettacolo “In viaggio con Aurora” che è in cartellone fino al 29 gennaio al Teatro Quirinetta, il nuovo, importante spazio recuperato da Geppy Gleijeses, davvero accogliente e particolarmente adatto per performance come questa che necessitano di una dimensione più intima e coinvolgente.
Erri con la nipote Aurora De Luca, fine cantante e narratrice, e con la virtuosa violinista Michela Zanotti, propone uno spettacolo che ruota su tre temi fulcro: Napoli come luogo geografico, il Novecento come spazio temporale, il cambiamento come tematica centrale.
Infatti il recital è un racconto, un’analisi che ha come epicentri Napoli e che ripercorre – con riflessioni, brani letterari e canti – le tappe storiche di un secolo come il Novecento che è stato fortemente innovativo; le rivoluzioni hanno scosso e sono state fondamentali per i cambiamenti.
Dalle emigrazioni di inizio secolo, quando i migranti erano i napoletani che si recavano negli Stati Uniti convinti che lì le vie fossero lastricate d’oro per poi scoprire – racconta lo scrittore ricordando le parole di un emigrante -: 1) le strade non erano lastricate d’oro; 2) le strade non erano lastricate per niente; 3) le strade le dovevo lastricare io.
Emerge l’ironia, la dissacrazione, la forza di volontà di un popolo, come quello partenopeo, che ha dato bracce e lacrime (e canta “Lacrime napulitane”).
Nello spettacolo anche un contributo video con un racconto del grande attore Mariano Rigillo, dedicato al professore liceale di greco ed alla sua lezione di vita sui tempi che cambiano. Introduce alla riflessione sul ’68 e poi sugli anni di piombo, che De Luca definisce anni di rame perché erano conduttori di energie nuove. Erri allora fu un “rivoluzionario”, un militante della estrema sinistra che però non volle percorrere la strada della clandestinità e della lotta armata. Non manca di cantare la sua “Ballata per una prigioniera” dedicata alla brigatista Barbara Balzerani.
Lo scrittore fu anche a Sarajevo negli anni dell’assedio. Ama molto i versi del poeta Izet Sarajlić; una sua composizione l’ha musicata ed è nata la canzone “Abbracciati“.
E’ stato davvero interessante, per una sera, viaggiare con Erri De Luca, testimone disincantato, ironico e dissacrante di una Napoli non olegrafica che – come dice lo scrittore – non appartiene al Meridione ma al Mediterraneo.
Monica Menna