“Il Paraninfo”. La recensione.
In scena al Teatro Sala Umberto fino al 17 gennaio 2016
La Sicilia della novella – e poi applaudito soggetto teatrale da oltre cent’anni – “Il Paraninfo” di Luigi Capuana è grottesca, umorale ed umoristica. Non la Sicilia del verismo di Verga, di personaggi perdenti e annichiliti,; non quella pirandelliana introspettiva e analitica; non quella de Il Gattopardo immobile e fossilizzata, mentre attorno tutto cambia.
Il nuovo allestimento – fresco, aggiornato ed arricchito – de “Il Paraninfo”, curato dal regista Antonello Capodici, è approdato a Roma al Teatro Sala Umberto. Vede ancora in scena, nei panni del protagonista Don Pasquale Minedda (il paraninfo), uno straordinario Enrico Guarneri che interpretò per la prima volta questo ruolo 13 anni fa.
Il regista propone – grazie alle scene di Salvo Patania – una terra assolata, calda anche nei sentimenti (che non assomiglia alla campagna arida e desolata del romanzo di Capuana “Il Marchese di Roccaverdina”). Esprime il bisogno d’amore che alberga nei cuori, il desiderio di accasarsi, di trovare l’anima gemella con cui condividere percorsi di vita.
Don Pasquale, ex maresciallo della Guardia di Finanza, sente il bisogno di far “maritare”, di far condividere agli altri le gioie del matrimonio. E quindi briga, interviene, provoca incontri, animato dalle migliori intenzioni; ma la smania di procurare matrimoni gli procura più problemi che gratitudine.
Commedia con personaggi dai tratti esagerati, caricaturali, quasi delle maschere della Commedia dell’Arte. Il paraninfo, in altre aree, potrebbe essere Pulcinella, furbo, con gli occhi vispi e la lingua lunga.
A completare l’affiatato cast vi sono: Ileana Rigano (donna Rosa Minnedda), Rossana Bonfante (Venera Matamè), Federica Bisegna (Rica Matamè), Vincenzo Volo (Alessi), Rosario Marco Amato (Calenna), Pietro Barbaro (il Professor Barresi), Filippo Brazzaventre (il Tenente Rossi), Ciccio Abela (Don Angelo Vajana), Nadia De Luca (‘Ntonia) e Amalia Contarini (‘Gna Carmina).
Molto bravi gli interpreti, insuperabile Guarneri che calza a pennello i panni del paraninfo che, per procacciare amore, per affermare l’istituto sacro del matrimonio, si caccia nei guai ed è costretto anche ad accettare la sfida in duello.
Don Pasquale avverte di essere ingabbiato in un ruolo per il quale – è consapevole – rischia di “passari ppi pupu”, il pupo ovvero la marionetta siciliana.
Brunella Brienza