“Diamoci del tu”. La recensione della prima del 10 marzo 2016.
In scena al Teatro Parioli fino al 20 marzo 2016.
Uno scrittore, David Kilbride (Enzo Decaro), la sua fidata governante da 28 anni, Lucy Hopperstaad (Anna Galiena). Due persone che convivono da tanto tempo ma i cui rapporti sono sempre stati formali e superficiali. Una sera, come tante altre, però scatta la voglia di conoscersi, di entrare nella vita di chi ci sta accanto anche se, inizialmente si fa fatica a parlare,; ci si dà del tu e ci si confida totalmente all’altro, fino a tarda notte.
“Diamoci del tu” è una deliziosa commedia del 2012 del noto drammaturgo canadese Norm Foster, che vede l’edizione italiana firmata dalla regista Emanuela Giordano (la traduzione è di Danilo Rana, l’adattamento di Pino Tierno). Una commedia che si base tutta sui dialoghi tra i due personaggi,
Un gremito Teatro Parioli ha accolto calorosamente la commedia che si rivela coinvolgente e divertente, con una grande prova di recitazione per i due attori che danno corpo e naturalezza ai due personaggi.
David è un romanziere famoso, o per lo meno lo è stato; Lucy ci sorprende per il linguaggio ironico, colto e beffardo. Si conoscono poco, addirittura lui, dopo 28 anni di frequentazione, non sa il nome della donna, limitandosi a chiamarla signorina Hopperstaad. Lo scrittore è distratto e con la creatività inaridita; la governante, dietro la scorza, nasconde un grande cuore.
La penombra della scena favorisce l’intimità, il dialogo. Tutto ruota attorno al divano del salotto dove i due aprono il cuore e la mente con un linguaggio colto e venato di vivace umorismo. Whisky e vino d’annata permettono di sciogliersi e di annullare i formalismi ed il distaccato rispetto dei ruoli, Arrivata la confidenza ed i due, come vecchi amici, affrontano anche le vicende più delicate e scottanti che hanno segnato la loro vita. Il dialogo è serrato, anche ironico, e provoca, negli spettatori, risate e curiosità.
“La regia – spiega Emanuela Giordano – si è concentrata nel costruire un rapporto in cui progressivamente l’uno vive nel respiro dell’altro. In cui l’ascolto dell’altro diventa un punto di arrivo; un traguardo che in scena si sente… si tocca… si gode…”
Alla fine – si chiedono David e Lucy – come sarà il futuro? Quali dovranno essere i rapporti tra i due? Una cosa è certa, dovranno inventarsi una nuova “normalità”.
Brunella Brienza