Il 13 maggio a Stazione Birra i Reversal Symmetry propongono l’opera rock progressive “Jekyll and Hyde”. Intervistiamo il cantante e anima del gruppo Moreno Sangermano.
I Layra hanno sempre avuto una dimensione “teatrale”. Ricordo “Crono” tra mitologia e psicoanalisi. Ora la rock opera dei Reversal Symmetry tratta dal romanzo di Stevenson “Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde”: come nasce il progetto?
L’idea del doppio mi ha sempre affascinato, e nessuno più di Stevenson ha saputo definire il dualismo esistenziale dell’essere umano. Il suoi concetti di Bene e Male sono davvero innovativi, se pensiamo che l’opera è stata scritta alla fine dell’Ottocento: Bene e Male non sono entità distinte e divisibili, esse coesistono nell’essere umano e sono in costante conflitto tra loro proprio per il fatto che l’una è condizione necessaria per l’esistenza dell’altra. Da qui l’idea di creare un “doppio” (poteva essere altrimenti?) album: White Side e Dark Side. Un concept album in cui traghettare l’ascoltatore nella narrazione del celebre romanzo di Stevenson, i personaggi principali interpretati da cantanti con stili canori diversi e la musica progressiva come inevitabile trama sonora: l’unica, a mio avviso, in grado di descrivere il complesso universo di Stevenson.
Il racconto di Jekyll e Hyde, a ben riflettere, si presta magnificamente ad una rilettura progressive e post-Layra. C’è la psicoanalisi, c’è il concetto di yin e yang, del contrasto tra bene e male, c’è l’uomo che oltrepassa i limiti…
Hai centrato in pieno l’idea. Il paradosso della coesistenza di due diverse entità dentro la stessa persona è affascinante e terribilmente concreta: tutti noi temiamo il nostro lato più selvaggio e oscuro, poiché sappiamo di non poterlo controllare del tutto… questo perché tendiamo a etichettarlo come qualcosa di separato da noi. L’ idea geniale di Stevenson invece ci porta a una riflessione sull’irrimediabile unione, non solo tra Bene e Male, ma tra tutti gli strati della nostra personalità (un idea portata straordinariamente alla luce anche da un altro autore che considero un genio del suo tempo: Luigi Pirandello); insomma non può esserci Luce senza Oscurità e viceversa. Accettare il nostro lato oscuro non significa trasformarci in un Hyde mostruoso e incontrollabile ma comprendere meglio la complessità della nostra mente e accettare le fragilità umane, che spesso tendiamo a ignorare… esattamente quello che facciamo con tutto quello che ci fa paura.
La band attuale è sostanzialmente la stessa dei Layra ma con una nuova sezione ritmica. Come mai questo cambiamento della ritmica?
L’ingresso di Davide Miccinilli alla batteria e di Graziano Sessa al basso ci ha spinto irrimediabilmente verso il progressive rock (e il progressive metal, soprattutto nel Dark Side), la precedente sezione ritmica era infatti a metà strada tra il rock e il progressive: avevamo bisogno, per questo e per i futuri lavori, di sbilanciare la nostra prospettiva a favore di una linea progressiva. Altra importante differenza rispetto ai Layra è il passaggio dall’italiano all’inglese per i testi delle liriche. Altra scelta che sancisce una chiara direzione della band. A questo punto ci è sembrato giusto palesare la nostra evoluzione cambiando il nome del gruppo.
Come mai la scelta di cantare rigorosamente in inglese? Pensate anche al mercato internazionale? D’altronde c’è molto interesse – in Paesi come il Giappone – per il prog italiano…
Proprio così, con l’album “Crono” abbiamo riscontrato un notevole interesse al di fuori del nostro Paese, anche in Giappone e in Russia, volevamo quindi proseguire su quella linea e oltrepassare i confini nazionali, l’inglese è senza dubbio il modo più adatto per farlo.
A Stazione Birra vi proponete con ben quattro cantanti sul palco. E questo spettacolo teatrale è anche un disco, un concept a più voci che uscirà a fine anno…
Cinque personaggi principali per cinque voci diverse. La mia voce interpreta sia Jekyll che Hyde, ma ti assicuro che il lavoro di “sdoppiamento” che ho fatto su me stesso è stato un percorso davvero faticoso, orientato a creare due stili vocali diversi in modo che l’ascoltatore si trovasse smarrito di fronte alla trasformazione vocale di cui è vittima il dottor Jekyll.Il ruolo di Utterson è affidato a Steve Sangermano, una voce rock ma più “matura” rispetto alla mia, adatta a incarnare il ruolo di “arbitro” degli eventi, razionale nei momenti di lucida analisi, passionale in quelli in cui l’irrazionalità emerge nella storia.Guido Gori Giorgi è Lanyon, il rivale di Jekyll: la sua voce pulita e melodica ci conduce verso un senso di razionalità, lo stesso che permea la visione scientifica del personaggio.Poole, il maggiordomo, è proposto da Alessio Quaresima Escobar, una voce estemporanea, una sorta di narratore onniscente, che conosce i risvolti della storia e le conseguenze delle azioni degli altri personaggi.
Tra le novità proprio la voce lirica di Alessio Quaresima Escobar… vi proiettate in una dimensione classica?
Si tratta di una vera e propria sfida. Il Maestro Alessio Quaresima Escobar è un baritono che ha calcato le scene più importanti non solo del nostro Paese ma anche a livello internazionale. Il suo stile è totalmente opposto a quello del rock, la sua tecnica vocale è unica e realizzare questo sincretismo musicale non è stato un lavoro semplice all’inizio, sia per lui che per i musicisti… ma il risultato finale è qualcosa di veramente unico, vale la pena assistere allo spettacolo solo per questo!
A Stazione Birra una sorta di prova generale-debutto. Lo spettacolo che state affinando sarà portato in tour?
È quello che ci auguriamo, ci piacerebbe molto poter fare quello che sarebbe il nostro primo tour europeo, magari all’indomani dell’uscita del disco Jekyll and Hyde, prevista per la fine del 2017.
a cura di Gaetano Menna