foto di Mario D’Angelo – Media
“Vetri rotti”. La recensione della prima del 4 febbraio 2020.
In scena al Teatro Eliseo fino al 16 febbraio.
Ritorna in scena “Vetri rotti” – un grande testo teatrale del drammaturgo statunitense Arthur Miller del 1994 – con la regia di Armando Pugliese, in scena al Teatro Eliseo fino al 16 febbraio 2020.
La prima rappresentazione italiana risale al 1995, nella traduzione di Masolino D’Amico, con la regia di Mario Missiroli e che aveva come protagonista Valeria Moriconi. Quella rappresentata ora al Teatro Eliseo è un’ottima rilettura del testo (sempre nella traduzione di D’Amico) che vede protagonista Elena Sofia Ricci che, per questa interpretazione, si è aggiudicata il Premio Flaiano 2018. Con lei due grandi compagni Maurizio Donadoni e David Coco. Ma bravo tutto il cast che è completato da Elisabetta Arosio, Alessandro Cremona e Serena Amalia Mazzone.
I vetri rotti sono un chiaro riferimento al progrom della Notte dei cristalli nella Germania nazista del 1938, in cui vennero mandate in frantumi le vetrine dei negozi degli ebrei. Ma attiene anche ai sentimenti, ad un matrimonio andato in frantumi. E Pugliese, nelle note di regia, ritiene che ci sia pure un riferimento esplicito al rituale, nel matrimonio ebraico, della rottura del bicchiere alla fine della cerimonia. Il bicchiere viene rotto dallo sposo perché, pure nel grande momento della felicità, non bisogna dimenticare la propria identità di popolo e ciò che manca collettivamente alla comunità, perché la gioia sia completa.
Si susseguono undici scene praticamente di dialoghi a due in cui emerge il dramma di una donna ebrea di Brooklin che è terrorizzata per quanto sta accadendo in Germania agli ebrei, alle persecuzioni che si intensificano. Le sue paure – in una comunità ebrea americana all’apparenza indifferente a quanto sta accadendo oltreoceano – la portano ad ammalarsi, a non poter utilizzare gli arti inferiori pur non avendo problemi fisici. E c’è una scena incredibile in cui il marito esasperato vorrebbe far smettere quello che ai suoi occhi sembra una farsa e la strattona, la lancia in area, la rotea come un fuscello. Una grande interpretazione della protagonista davvero al limite dell’acrobazia.
E’ eccezionale Elena Sofia Ricci che propone un’interpretazione intensa, di grandissimo spessore; davvero meritato il riconoscimento ottenuto nel nome di Flaiano.
Brunella Brienza