Bello e impossibile. Lo specchio di Narciso. La recensione
In scena al Teatro San Raffaele – Sala Cilindro il 15 dicembre 2023
Una dozzina di tavolini a lume di candela, dove sorseggiare del buon vino in attesa che si alzi il sipario. Un’atmosfera intima, in penombra con le luci fioche delle candele: la piccola Sala Cilindro del Teatro San Raffaele al Trullo, per una sera, è riuscita a creare l’atmosfera un po’ vintage del teatro d’essai e sperimentale degli anni ’70.
D’altronde la rappresentazione proposta, “Bello e impossibile. Lo specchio di Narciso” (scritta da Antonia Brancati e diretta dal bravo Riccardo D’Alessandro) è proprio fulgido teatro di ricerca.
In scena Pino Cormani – attore veterano che è il padrone di casa del Teatro San Raffaele – propone un monologo profondo, intenso in cui “dialoga” solo con il violino del giovane musicista ed attore Leonardo Mazzarotto (gli appassionati delle serie tv, lo ricorderanno protagonista della fiction di successo “La Compagnia del Cigno”).
Il testo racconta il mito di Narciso (da Le Metamorfosi di Ovidio) fondendolo con il romanzo Il ritratto di Dorian Gray di Oscar Wilde e, a ben riflettere, le due opere presentano diversi punti di contatto, sia a livello tematico che narrativo.
A livello tematico, entrambi i testi esplorano il tema dell’amore per se stessi e dell’importanza dell’apparenza. Narciso è un giovane bellissimo che si innamora della propria immagine riflessa in una fonte. Dorian Gray, invece, è un giovane di bell’aspetto che desidera rimanere eternamente giovane e bello. Entrambi i personaggi sono così ossessionati dalla propria bellezza che sacrificano tutto il resto, compresi i loro valori morali.
A livello narrativo, sia il mito di Narciso che il romanzo di Wilde presentano una struttura speculare. Nel mito, Narciso si innamora del proprio riflesso, che è un’immagine identica a lui. Nel romanzo, il ritratto di Dorian Gray diventa il custode della sua anima, mentre il suo corpo resta giovane e bello. In entrambi i casi, la bellezza fisica è contrapposta alla corruzione morale.
Il testo portato in scena – nella commistione e nell’ispirazione speculare dalle due opere – fa emergere alcuni temi: l’ossessione per la bellezza (sia Narciso che Dorian Gray sono ossessionati dalla propria bellezza. Narciso rimane incantato dalla propria immagine riflessa nella fonte, mentre Dorian Gray desidera rimanere eternamente giovane e bello); il sacrificio dei valori morali (sia Narciso che Dorian Gray sacrificano i propri valori morali per preservare la propria bellezza; Narciso rifiuta l’amore di Eco, mentre Dorian Gray si abbandona a una vita di debauchery); la punizione per l’amore per se stessi: sia Narciso che Dorian Gray vengono puniti per il loro amore per se stessi. Narciso viene trasformato in un fiore, mentre Dorian Gray muore in un vicolo cieco.
In questo magma narrativo Pino Cormani – come sottolinea D’Alessandro nelle note di regia – “è un Narciso estremamente contemporaneo che racconta della sua vita: poetica, stravagante, dolorosa, selvaggia, confusa”.
Bravo il regista D’Alessandro nella messa in scena di quest’opera vista per attore e violino, e proposta in uno spazio scenico che riesce a fondere “i luoghi reali, i luoghi dei ricordi e il luogo onirico della mente”.
Va sottolineato che il violino non è mero accompagnatore musicale all’interprete, è contrappunto, è confidente o accusatore; recita con il protagonista lo asseconda, lo critica, lo sbeffeggia.
Il titolo “Bello e impossibile” ci riporta alla mente l’omonima canzone di Gianna Nannini, pubblicata nel 1986; un brano che parla di un amore impossibile, che è molto intenso e passionale, ma che non può essere realizzato. A ben riflettere il concetto si attaglia perfettamente a Narciso ed all’amore per se stesso, un amore così bello e impossibile…
Infine va fatto un plauso a D’Alessandro, Cormani e Mazzarotto nell’aver portato un lavoro così sperimentale e innovativo in un pregevole teatro di periferia che, necessariamente, deve vivere di matinée scolastiche e fitti sala. Questo spettacolo è un fiore bello, uno splendido narciso nel deserto.
Brunella Brienza