“Jesus Christ Superstar” al Sistina: un’emozione senza tempo nel cuore della Pasqua e del Giubileo romano

Jesus Christ Superstar. La recensione della prima stampa del 18 aprile
In scena al Teatro Sistina fino al 27 aprile 2025

Il Teatro Sistina si conferma ancora una volta come il cuore pulsante della scena teatrale romana. La prima stampa di “Jesus Christ Superstar” il 18 aprile è stata un evento ricco di significato, perfettamente incastonato nel clima spirituale della Pasqua e nell’atmosfera vibrante del Giubileo. Assistere a quest’opera rock proprio di Venerdì Santo ha dato alla performance un’emozione palpabile, unendo la narrazione sacra con l’energia travolgente del musical.

Sono ben 31 gli anni di successi per l’edizione italiana curata da Massimo Romeo Piparo, un traguardo che parla dell’affetto del pubblico e della visione di una regia che ha saputo rinnovare costantemente la potenza di quest’opera. Non possiamo dimenticare nemmeno il 52° anniversario dell’uscita del film cult, un’eco che risuona tra le note e le interpretazioni sul palco.

Come ha giustamente sottolineato Piparo nel suo saluto finale, questa edizione segna un ritorno al cast interamente italiano dopo undici anni, un chiaro segnale di vitalità e talento che il panorama artistico nazionale sa esprimere. E il Sistina, ancora una volta, si è rivelato il luogo ideale per accogliere una compagnia di artisti di grande valore.

Una toccante immagine di scena che ricorda “La Pietà” di Michelangelo

Luca Gaudiano, fresco del suo convincente debutto nel ruolo di Tony in “West Side Story”, sempre sotto la direzione di Piparo, ha preso in mano un ruolo impegnativo, quello che per dieci anni è stato interpretato da un’icona come Ted Neeley. Senza sfigurare nel confronto, anzi, con una vocalità che richiama molto il suo predecessore, ha dato vita a un Gesù intenso e tormentato, capace di esprimere sia la fragilità umana che la forza spirituale del personaggio.

Accanto a Gaudiano, Beatrice Baldaccini ha interpretato una Maddalena tanto delicata quanto appassionata, dimostrando ancora una volta il suo talento versatile, già apprezzato in “Tootsie”. Feysal Bonciani, con la sua solida esperienza nel ruolo di Giuda, maturata anche in tour europei precedenti di JCS, ha dato vita a un personaggio complesso, lacerato dal dubbio e dal suo tragico destino. Un applauso va anche a Luca Buttiglieri, il cui ritorno sulle scene nel ruolo di Erode ha portato un tocco di cinismo e ironia, con curato make up, che si sposava perfettamente con il personaggio.

Un plauso va anche a Luca Buttiglieri (Erode), Claudio Compagno (Pilato), Giorgio Adamo (Simone), Mattia Braghero (Annas), Davide Tagliamento (Caifa) e Gianluca Pilla (Pietro) che, con le loro interpretazioni, hanno contribuito a delineare un quadro corale di grande efficacia. Il cast, arricchito da ballerini, acrobati, trampolieri e mangiafuoco, ha creato un dinamismo scenico coinvolgente, sottolineando la modernità e l’attualità del messaggio di fratellanza presente nell’opera.

Ancora una volta, la potenza della musica di Andrew Lloyd Webber, eseguita magistralmente dall’orchestra dal vivo sotto la direzione del maestro Emanuele Friello, ha avvolto la platea in un’onda sonora di grande impatto.

La scelta originaria di mantenere la lingua originale inglese si è rivelata una mossa ancor più intelligente per l’edizione 2025, in sintonia con il flusso di turisti internazionali che affollano Roma in questo periodo di celebrazioni giubilari e pasquali.

Tuttavia, l’accessibilità della narrazione per tutti gli spettatori è stata garantita grazie alla sapiente proiezione di versetti del Vangelo su un velo di tulle, che ha accompagnato i momenti salienti della rappresentazione, permettendo anche al pubblico italiano di seguire la storia con maggiore profondità.

Il pubblico ha accolto lo spettacolo con calore e profonda partecipazione. Gli spettatori hanno sottolineato i momenti cruciali della narrazione con applausi sentiti e una palpabile emozione, tributando al termine della rappresentazione un’ovazione corale, con tutti in piedi, a suggello di un’esperienza intensa e appassionante.

In quest’opera – come aveva sottolineato Massimo Romeo Piparo nelle note di regia – “c’è l’eterno, intramontabile senso di angoscia per un’umanità che da sempre elegge i propri messia per poi mandarli al martirio; l’umanità crea i propri miti per poi distruggerli, professa la propria ideologia per prontamente rinnegarla”.

In definitiva, questa nuova stagione di “Jesus Christ Superstar” al Teatro Sistina si è rivelata un’esperienza potente e toccante, unendo la sacralità del periodo pasquale e l’importanza del Giubileo con la forza intramontabile di un’opera rock che continua a interrogare e ad avvincere.

Brunella Brienza

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