Cyrano de Bergerac. La recensione della prima del 22 gennaio 2013.
In scena al Teatro Quirino fino al 10 febbraio.
Spicca la presenza di giovanissimi attori sul palcoscenico del Teatro Quirino, nell’allestimento del “Cyrano de Bergerac”, diretto e interpretato da Alessandro Preziosi. Si tratta di otto ragazzi, davvero talentuosi, diplomati alla Link Academy, Dipartimento di Performing Arts dell’Università Link Campus, atto alla formazione di profili professionali che lavorano nel settore teatrale, la cui direzione artistica è affidata allo stesso Preziosi.
Si nota da qui l’impegno di Preziosi a dare una concreta possibilità di lavoro ai ragazzi e in generale il suo amore per il teatro (si ricorda che egli ha assunto anche la direzione del Teatro Stabile d’Abruzzo che coproduce “Cyrano de Bergerac” insieme a Khora.teatro).
Il classico scritto da Edmond Rostand, ispirato alla figura storica di Savinien Cyrano de Bergerac (uno dei più estrosi scrittori del seicento francese, autore di romanzi fantascientifici) rivive in un allestimento che mira a essere originale e innovativo. L’innovazione si nota già dalla scelta di non caratterizzare Cyrano con il classico utilizzo del naso posticcio. L’originalità si scorge tra l’altro nella complessa scenografia di Andrea Taddei, costruita su più piani, che impegna gli attori anche in una prova fisica energica.
Tutta la straordinaria attualità del testo viene restituita dalla bravura degli attori che lo interpretano, capaci di catturare l’attenzione del pubblico.
L’amore di Cyrano per Rossana, destinato a non essere ricambiato, la sua deformità fisica che lo fa disperare suscitano tante tematiche che, ieri come oggi, fanno ancora riflettere. La bellezza dell’animo, che supera quella del fisico, viene probabilmente ancora sottovalutata in un’epoca in cui si ricerca la perfezione allo stremo perdendo di vista i veri valori.
Valente e di carattere la prova di Preziosi, quasi sempre presente sulla scena.
Lo spadaccino Cyrano con la sensibilità acuta di poeta romantico, la sua passione raccontata solo attraverso le parole e la spiccata ironia (che cela però anche tanta tristezza) è lì per ricordarci la grandezza del sentimento d’amore che supera a testa alta il trascorrere del tempo, il pericolo della guerra… un amore così sublime per cui si è disposti anche a perdere la propria vita.
Sottolineiamo che lo spettacolo sarà in scena sino al 10 febbraio al Teatro Quirino avviandosi ad un febbraio denso di tappe: il 12 sarà in scena al Teatro Manzoni di Cassino, il 14 al Teatro Comunale di Noto, dal 15 al 17 al Teatro Metropolitan di Catania, il 20 al Teatro Tito Marrone di Trapani, dal 22 al 24 al Teatro Pirandello di Agrigento, dal 26 al 3 marzo al Teatro Biondo di Palermo.
Claudio Costantino